martedì 21 luglio 2015

TRENTA ANNI FA LA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II A TERAMO

Sono trascorsi trenta anni dalla storica visita di Giovanni Paolo II nella nostra diocesi, il 30 giugno 1985. Protagonista di quell' evento, oltre al santo padre, fu l'allora vescovo di Teramo monsignor Abele Conigli, alla guida della nostra diocesi dal 1967 al 1988, nel periodo difficile e travagliato del post-concilio.  Padre Abele, così volle farsi chiamare, in una diocesi dove fino al 1949 il vescovo conservava ancora il titolo di principe per ricordare l'antica condizione di signore feudale detentore anche del potere temporale, era un deciso ed entusiasta assertore del rinnovamento conciliare e  anche nella scelta dell'appellativo volle sottolineare il nuovo corso conciliare. Nel governo della diocesi introdusse vari istituti previsti dal Concilio ed abituò i suoi sacerdoti al confronto e alla collegialità, e soprattutto “aprì” ai laici e ai movimenti. Proprio nel riconoscimento di questi frutti non programmati ma fioriti per iniziativa dello spirito, che per definizione “soffia dove vuole”, diede prova di magnanimità e lungimiranza, di capacità di apertura e di accoglienza. Ricordo la simpatia e la premura che ci dimostrava, eravamo nella metà degli anni '70, quando, con alcuni amici di CL universitari a Roma, andavamo a trovarlo nelle vacanze natalizie per fargli gli auguri. Successivamente, nel 1979, mi occupai di sensibilizzare altre associazioni cattoliche per le elezioni che si dovevano tenere in università e quando lo informai dei riscontri negativi che avevo raccolto, lui disse che se era giusto proporre ed invitare ad un'azione comune, era altrettanto giusto rispettare sensibilità diverse. Confesso che solo dopo vari anni ho compreso il valore e lo spessore di quella considerazione.
L'idea del Congresso Eucaristico Diocesano, arricchita successivamente dalla partecipazione del Papa, era nata dall'intenzione di celebrare adeguatamente il cinquantesimo anniversario dell'XI Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi a Teramo nel settembre 1935, un evento che aveva visto una partecipazione eccezionale di fedeli e aveva segnato profondamente la vita della diocesi. Ma nell'intento del vescovo si trattava di andare oltre il momento puramente celebrativo:
Se ripercorriamo la storia nella nostra chiesa scopriamo che in realtà è stata sempre una storia di salvezza, che però ha avuto momenti straordinari in cui la presenza di Gesù Cristo Crocifisso e Risorto è apparsa quasi in modo visibile in persone ed avvenimenti. Ed è stata proprio la memoria di uno di questi avvenimenti, l'XI Congresso Eucaristico  Nazionale, celebrato a Teramo nel 1935, che ci ha ispirato di implorare un nuovo momento eccezionale per la nostra chiesa, un nuovo “kairos”, costituito appunto dal Congresso Eucaristico che celebreremo a Teramo …”

All'interno di questo desiderio cominciò a maturare l'idea di invitare il Papa. Padre Abele rivelò di avervi riflettuto a lungo prima di  rompere gli indugi e scrivere direttamente una lettera personale a Giovanni Paolo II. In breve il vescovo Conigli fu ricevuto in udienza, annunciata telefonicamente il giorno prima,  e rimase colpito dalla disponibilità del Papa che accolse subito la sua richiesta di partecipare alla chiusura del Congresso: “A una domanda così gentile potrei dire di no?”.
La preparazione del Congresso era iniziata tre anni prima con la visita pastorale in varie parrocchie della diocesi che aveva consentito l'incontro del vescovo con numerose realtà, era proseguita con il convegno del dicembre '84 che ebbe a tema Riconciliazione ed Eucarestia, con la lettera pastorale per la quaresima Una Quaresima di conversione e riconciliazione con gli ultimi, mentre si svolgeva a Teramo, Atri ed Isola una grande missione cittadina dei pp. Passionisti.
Anche il congresso nazionale di Loreto (aprile '85) fu indicato dal vescovo Conigli come una tappa per i teramani verso il convegno di giugno. La preparazione continuò con la Peregrinatio della vergine lauretana accompagnata da mons. Loris Capovilla vescovo di Loreto nei maggiori centri della diocesi. Da segnalare, nel clima di riconciliazione come preparazione al Congresso Eucaristico, una lettera del vescovo agli uomini impegnati nelle pubbliche istituzioni Serviamo la nostra gente, per ribadire l'impegno della comunità ecclesiale per il bene comune della società e “il più sincero apprezzamento per il vostro sforzo di ogni giorno teso a risolvere i numerosi problemi della nostra popolazione”.
In data 20 febbraio venne concordato con la Segreteria di Stato il programma della visita del Papa a Teramo. Fu prevista la presenza per l'intera giornata del 30 giugno accogliendo così pienamente la richiesta di mons. Conigli. La visita prevedeva tappe ad Atri, giornata dedicata al malato con partecipazione da tutta la regione Abruzzo, a S. Gabriele dove avverrà un incontro regionale di giovani in occasione del 25° anniversario della proclamazione del santo patrono della gioventù; a Teramo l'intero pomeriggio con la conclusione del Congresso, l'incontro con i sacerdoti, con le componenti ecclesiali e le autorità. Appresa la notizia della permanenza del pontefice nel teramano per l'intera giornata del 30, in alcuni, a Giulianova, balenò l'ingenua idea che potesse esserci uno spazio anche per una “puntata” nella nostra città. Ma, naturalmente, in una visita papale con c'è spazio per improvvisazioni estemporanee… Comunque l'invito al Papa di venire a Giulianova fu rivolto da alcuni pescatori che all'offertorio, durante la messa in piazza Martiri, donarono al Santo padre del pesce da loro pescato.
All'inizio di giugno padre Abele in una nuova lettera ai fedeli spiegava il senso della visita del papa alla chiusura del Congresso Eucaristico  Riconciliati e uniti nello spezzare il pane: “Verrà il papa e sarà gioia piena. La partecipazione del papa al nostro Congresso Eucaristico renderà visibile e percepibile a molti la eccezionale offerta di riconciliazione e di salvezza che il Signore rinnova a ciascuno di noi”.
Ripercorrendo la genesi della visita papale fino al memorabile pomeriggio del 30 giugno 1985, con piazza Martiri della libertà e metà del corso S. Giorgio stipate da diverse migliaia di persone, riemerge la figura di padre Abele che quell'evento aveva voluto e preparato. Anche nelle immagini di quella giornata che conserviamo nella memoria, quelle più significative vedono insieme padre Abele e Giovanni Paolo II. La visita a Teramo di Giovanni Paolo II fu come un sigillo sull'episcopato di padre Abele che si avviava alla conclusione. La sua figura e il suo episcopato sono oramai oggetto di studio. Dopo il libro di don Giovanni Giorgio, è di questi giorni l'uscita di un altro lavoro del prof. Giovanni Di Giannatale, Monsignor Abele Conigli vescovo padre. Certamente egli si trovò ad esercitare il ministero episcopale in un periodo  delicatissimo, il suo entusiasmo per realizzare il Concilio può averlo portato nei primissimi anni di governo della diocesi a scelte discutibili o addirittura sbagliate, ma a prevalere fu veramente l'apostolo innamorato di Cristo, il padre che ci ha condotto per un ventennio con quel tratto riservato e sobrio che ha influito sulla nostra formazione umana e cristiana in una maniera di cui, solo a distanza di anni, ci siamo resi pienamente conto.

                                                                                                                             di Ottavio di Stanislao


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