giovedì 28 luglio 2016

RICORDIAMO CON AFFETTO E GRATITUDINE L’AMICO DINO DIODATI

Il Vangelo rivelato ai semplici: Il Padre e il Figlio. «»In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Si o Padre, perché così è piaciuto a Te.” (Mt 11, 25)
Sei stato un grande esempio per noi e siamo cresciuti insieme; eravamo così giovani, la nostra vita insieme non è iniziata con spensieratezza: la morte di tuo padre una settimana prima di sposarci, la malattia di mamma che tu hai amato tanto, ma tu mi hai aiutato in tanti modi e ti sei fatto carico della famiglia come fosse la tua.
Ti ringrazio, Signore, per aver dato a Dino questa sapienza del cuore per cui la sua vita è stata ricca di gesti buoni, accoglienti e rispettosi verso tutti.
La famiglia per te è stata la più importante di tutti: Nadia e Berardo sono stati la pienezza della tua vita, hai pensato a loro anche quando credevi di non farcela prima del trapianto. La gioia e la commozione perché tutto andò bene ci hanno fatto vivere fiduciosi e pieni di speranza.
Grazie, Signore, del dono di quella ragazza di quattordici anni che ha permesso a Dino di vivere per altri ventiquattro anni. “Tutto mi è stato dato dal Padre mio: nessuno il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”.
La tua vita è stata piena di tante gioie: i nipoti che hai amato tanto: Chiara, Alessandro, Mattia e Federico. Almo e Paola li hai accolti come figli; eri orgoglioso della tua bella famiglia! Eri contento quando a pranzo potevi allungare il tavolo per mangiare insieme, sempre disponibile ad accompagnare i nipoti e giocare con loro. Che grande uomo sei stato! La morte la consideravi come un “compimento” ma il pensiero di distaccarti dalla tua famiglia ti addolorava. Hai lasciato un grande vuoto… grazie per quanto abbiamo vissuto insieme, per i tuoi esempi buoni, per il tuo saper fare tante cose: bastava che avessimo un’idea e per te era tutto realizzabile. Quando hai lavorato, piccolo, grande uomo!
In questo ultimo periodo non facevi altro che ringraziare tutti: dalle persone che venivano a trovarti, ai medici e agli infermieri. A me ringraziavi ogni giorno; non ti rispondevo perché non facevo nessuna fatica a stare con te. Ci chiedevi di aiutarti ma non sapevamo come, se esserti vicino e poi chiedevi al Signore di venirti in aiuto.  Egli lo ha fatto il giorno di sabato, dedicato alla Madonna, e tu sei nato il giorno della Natività di Maria. Lei ti ha accolto con dolcezza, con il cuore di mamma ed io sono serena perché ero con te ad accompagnarti.
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e io vi risponderò; imparate da me che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro; il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”

Dicendoti grazie dell’amore che ci hai donato, ti affidiamo a Dio perché sia lui a farti gioire e a farti scoprire quella pienezza d’amore che Lui ha promesso e solo Lui può dare. E ora che vivi nella gloria di Dio, non dimenticarti di noi, e come hai fatto sempre, conservaci ogni giorno il saluto della tua presenza.
Amelia Morè

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